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Si avvicina la fine di Twitter?

a cura di Anna Zanfrini
Twitter continua ad essere nell’occhio del ciclone dopo i recenti avvenimenti dovuti all’acquisizione da parte di Elon Musk.
11/24/2022

Licenziamenti di massa, problemi di copyright, fuga degli inserzionisti dall’app sono solo alcuni dei problemi che sta affrontando Twitter nelle ultime settimane.

Anche il piano di abbonamento premium tramite la spunta blu sembra essere rinviato. L'opzione di ottenere l’iconico blue check mark, precedentemente riservato a profili verificati di politici, personaggi famosi, giornalisti e altre figure pubbliche, è stata lanciata, come proposta di Musk, per aiutare Twitter ad aumentare le entrate. A causa della proliferazione di account fasulli però, la piattaforma ha dovuto sospendere il servizio di abbonamento e sta attualmente pensando di rilanciarlo cambiando il colore della spunta in questione, per diversificarla da quella blu.

Tweet Blue Mark
Fonte: Twitter

Ma la crisi di Twitter è iniziata ben prima, quando sono cominciate ad uscire delle notizie sconcertanti sui licenziamenti in blocco dei dipendenti. Si stima che circa la metà dei 7500 dipendenti della società siano stati licenziati all'inizio del mese per tagliare i costi. La scorsa settimana, secondo il New York Times, altri 1200 dipendenti full time hanno lasciato Twitter a seguito della richiesta di Musk di lavorare “molte ore ad alta intensità” sulla sua visione di “Twitter 2.0” o presentare direttamente le loro dimissioni.

Cosa può succedere ora?

È impossibile sapere esattamente cosa potrà accadere, ma una riduzione del personale così significativa deve avere un certo impatto.

Nonostante tutto, compreso il trend #RIPTwitter, la piattaforma continua ad essere ancora molto attiva, ed il tema è ancora caldo.

In questo momento, Twitter è operativo con il 36% del personale, rispetto al periodo precedente all’acquisizione da parte di Elon Musk. Ne conseguono una serie di problematiche riscontrate come problemi di copyright dovuti al malfunzionamento del sistema copy strike. 

Un altro tipo di difficoltà è stata riscontrata dagli inserzionisti, che hanno segnalato molti problemi, dall'accesso al gestore Ads, alla modifica delle campagne, al posizionamento degli annunci e alle prestazioni. I problemi, ancora una volta, sono probabilmente legati alla supervisione ridotta al quartier generale di Twitter, e hanno spinto molti a mettere in pausa la loro spesa pubblicitaria su Twitter fino a quando le questioni non potranno essere risolte.

L'11 novembre, il più grande ad-buyer del mondo, GroupM, ha designato Twitter "ad alto rischio" per gli inserzionisti e ha avvertito i suoi clienti sull’acquisto di pubblicità sulla piattaforma. Di fatto, secondo il centro di ricerca Media Matters, da quando Elon Musk ha rilevato Twitter, la metà dei primi 100 inserzionisti della piattaforma ha smesso di fare pubblicità. Dal 2020, queste 50 aziende hanno rappresentato quasi $2 miliardi di entrate pubblicitarie e solo nel 2022, hanno speso 750 milioni di dollari.

Riuscirà Twitter a sopravvivere?

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