Marketing emozionale: come far breccia nel cuore del consumatore
Daniel Goleman, nella sua opera “Emotional Intelligence”, pubblicata nel 1995, afferma che l’uomo possiede due teste; una che pensa e l’altra emotiva che sente.
Queste due componenti si interfacciano e completano formando tutta la sfera psicologica dell’uomo. Da qui prendono piede i sentimenti e le emozioni che determinano le peculiarità dell’agire umano.
Il Marketing emozionale analizza l’inconscio di ognuno di noi
La possibilità di accedere al vasto e complesso labirinto della mente, consente di esplorarne ogni sua inclinazione. Il Marketing emozionale coglie le sfumature caratteriali inconsce e le approfondisce attraverso immagini e colori che ne ampliano la visione.
Se, seguendo la concezione freudiana, accettiamo che la parte più oscura di noi sia anche la più vera, allora questa particolare branca del Marketing, crea un’esperienza sensoriale totale e coinvolgente.
Il livello viscerale non opera secondo ragione ma attraverso schemi di corrispondenza e associazioni. L’Emotional Marketing s’insinua tra di esse mediante un’operazione tecnica di empatia o, per usare il quadrato di Floch, incentivando la valorizzazione utopica e ludica del prodotto.
Come riesce a far colpo sul destinatario?
Si tratta di un processo tanto complesso quanto proficuo: il mercato moderno è in continuo sviluppo e offre un’ampia gamma di prodotti. Ormai non c’è nulla che non si possieda già, se non ciò che non si possiede ancora.
Lo scopo è allora quello di instaurare un legame profondo tra prodotto e cliente, una relazione che al pari di quella sentimentale, possa durare e crescere nel tempo. Un rapporto di fiducia che spinga il destinatario a prediligere questo oggetto rispetto a quell’altro e a desiderare di averlo a tutti i costi.
Il Marketing emozionale fa sì che una pubblicità, una campagna o un brand arrivino al cuore, restando poi impressi nella mente. E lo fa raccontando storie, storie accattivanti ma anche realistiche, scene di vita quotidiana, situazioni semplici e concrete.
Il linguaggio è diretto e informale così come lo sono le immagini e le fotografie che lo accompagnano. Il messaggio deve arrivare in maniera spontanea e piacevole per non recare fastidio o rifiuto.
Nike, Lego e Netflix: quando il Marketing Emozionale ha davvero conquistato tutti noi
Il primo brand, da sempre, incoraggia l’utente a credere in se stesso e a liberare la propria energia sui campi da tennis, da calcio o in palestra. Nike ricorda che, senza distinzione di età o sesso, ciascuno di noi ha un potenziale enorme da poter coltivare e far crescere continuamente.
Focalizzato sui più piccoli ma indirettamente connesso agli adulti è Lego che si propone di dare forma alla fantasia dei bambini e allo stesso tempo incentiva il genitore a costruire la loro identità, mattone dopo mattone, costruzione dopo costruzione.
Infine Netflix ha creato un’ultima pubblicità ad altissimo impatto emotivo mettendo in primo piano i protagonisti delle serie tv più amate del momento. Lo spettatore si immerge completamente nello spot e prova nostalgia alla visione delle parti salienti.
D’altronde si sa, quando si tratta di scegliere, il cuore ha sempre la meglio sulla testa.